Saturday, 1 July 2017

Toni Servillo legge Napoli

Napoli. 

Si fa presto a dire N-A-P-O-L-I. 
 
E poi, perché Napoli? Partenope!





È un po’ come il dilemma: Basilicata o Lucania?

Sono stato a Napoli in maggio. Ho fatto esperienza di Napoli da poco tempo, ahimè. Da allora ho sempre voglia di tornarci. 

Napoli è ricca d’arte (il centro storico di Napoli, come i “Sassi” di Matera, è patrimonio Unesco). 

Ho avuto il privilegio di vedere Napoli e tutta l’area vesuviana da Capri, meglio dalla villa del medico svedese Alex Munthe il quale elesse Capri a sua madre adottiva.

Il panorama è di una bellezza unica.


 



Ho ammirato a Napoli i Caravaggio colà custoditi, come anche l’ampia gamma di dipinti della scuola napoletana. 








 

Ciò che attira di Napoli non è solo la sua ineguagliabile bellezza ma anche il suo popolo e le sensazioni che si provano sulla pelle ed allo stomaco quando cammini per via Dei Tribunali.


‘O cazone, pijiati ‘o cazone” mi invita bonariamente a scegliere tra pizza e calzone un anziano signore cui è rimasto in bocca solo un dente, come ad un bambino.


Napoli. Si fa presto a raccontarne la poesia, ed il contributo al teatro mondiale che questa città ha prodotto.


 

Ci ha provato Toni Servillo, con l’interpretazione folgorante di testi tratti da classici e contemporanei: Giovanni Di Giacomo, Edoardo De Filippo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Mimmo Borrelli.






 E poi ancora Enzo Moscato, Maurizio De Giovanni, Giuseppe Montesano, Antonio De Curtis e Michele Sovente.

Prendendolo per mano, Servillo conduce il pubblico nelle stanze della poesia, del teatro, della canzone, del rapporto unico con l’aldilà della cultura napoletana. 


Un altro leit motif dello spaccato di Napoli offerto dall’attore attraverso la lettura dei testi è la grande miseria che ha sempre accompagnato una parte del popolo. Pier Paolo Pasolini diceva che Napoli è la città sottoproletaria per antonomasia.

Il popolo di Napoli ha storicamente dimostrato fierezza, ribellandosi a chi le faceva violenza.


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È stata la prima città europea a liberarsi dal nazi-fascismo, con gli scugnizzi che lanciavano bombe ai panzer tedeschi. 





Lo spettacolo Toni Servillo legge Napoli tenutosi sabato 30 giugno fa parte di un calendario di eventi teatrali organizzati dai teatri uniti di Basilicata.




Gli spettacoli hanno come palcoscenico il terrazzo di Palazzo Lanfranchi a Matera.




In una serata fresca, alla vigilia della sentitissima festa popolare della Madonna della Bruna (2 luglio), la platea gremita segue con attenzione i virtuosismi dell’attore nato ad Afragola nel 1959.







Dice di se Toni Servillo: “Il fatto di essere diventato famoso in tarda età, oltre i 40 anni, significa avere avuto il tempo di sviluppare una forma di antidoto verso la celebrità comunemente intesa […] Credo che diventare famosi da giovani sia una delle disgrazie più grandi che possano capitare”.




Non è vero che l’Italia sia priva oggi di grandi attori.

Abbiamo Toni Servillo. 

Teniamocelo stretto ed andiamone fieri.


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