Wednesday 27 March 2019

Torna l'opera al teatro Mercadante di Altamura

"Il barbiere di Siviglia" opera buffa del maestro Gioacchino Rossini, è andata in scena sabato 23 marzo al teatro Mercadante di Altamura.



Non l'avevo mai vista prima. Perciò, quale migliore occasione per chi come me si è affacciato tardi sul mondo magico dell'opera e del teatro tout court?

Pertanto, sabato mattina mi reco al box office: si è prossimi al sold-out! Fortuna che Silvano ed il suo gentile staff trovano due posti tra i palchi.

Certo, bisogna riconoscere gli sforzi sostenuti dall'amministratore del teatro Vito Barozzi per portare ad Altamura un opera così importante, che coinvolge numerosi attori e l'orchestra sinfonica della città di Bari.

Consultando le cronache storiche, la prima rossiniana de "Il barbiere di Siviglia" andò in scena il 20 febbraio 1816, con notevoli polemiche e stroncature nette.
Replicata il giorno dopo, incontrò invece il successo del pubblico. Misteri del successo!

"Il barbiere di Siviglia" è oggi una delle opere più eseguite al mondo.

foto tratta dal profilo Fb del teatro Mercadante

L'opera dura fino a mezzanotte, intervallata da due pause (atti).

In una di queste ne approfittiamo per uscire, io e mia moglie, dal teatro. 

Passeggiamo un po' all'aria fresca.

Tornando, ci imbattiamo nella hall in un banchetto che vende le maglie dell'opera in corso. 

Un po' di sano merchandising non fa mai male, anche perchè non dimentichiamo che siamo in una delle città più dinamiche della Puglia, con un tessuto produttivo ed una classe imprenditoriale di primo ordine, dove ho riscontrato personalmente una grande attitudine all'ascolto nei confronti di chi propone idee e soluzioni innovative.

Ecco devo confessare che mi sento un po' a casa al teatro Mercadante, e sono convinto che questa è la sensazione che avvertono tanti di coloro i quali frequentano questo tempio della cultura.

"Figaro qua, figaro la..."



  
 

Saturday 23 February 2019

"Questi fantasmi!" ad Altamura

Finisco di lavorare tardi, alle 19.40. Alle 21 si alza il sipario al teatro Mercadante di Altamura su uno dei classici delle commedie di De Filippo.


Non posso mancare. Poi desidero festeggiare così il mio compleanno.

Devo inoltre passare a prendere mia moglie a casa, per poi sfrecciare a teatro.

Ma così sarebbe troppo semplice. 

Io non voglio rinunciare mai a nulla, per cui dopo aver chiuso l'ufficio a Matera, vado in piscina al Pala Sassi per nuotare e rigenerarmi.

Esco dalla piscina alle 20.30 e come "Starsky ed Hutch" dopo 20 minuti sono "Sulle strade della California" direzione Altamura.

Lascio Lucia al botteghino del teatro, mentre io cerco parcheggio.

Entro di corsa a teatro ed alla cassa mi invitano alla calma "Non c'è fretta, mancano ancora 5 minuti!". "E' vero, ma io le devo ancora 5 euro" rispondo.

Una ragazza gentile e sorridente mi prende in consegna per condurmi al palco dove ho posto. Lucia è già lì ad attendermi.

Finalmente mi siedo e comincio ad assaporare l'imminente evento.



La regia ed il cast sono di notevole spessore.

Prodotto dalla Elledieffe, la compagnia di teatro di Luca De Filippo, vede il protagonista Nicola Loiacono interpretato da Gianfelice Imparato.

L'umanità raffigurata in questa commedia è piena di debolezze e di contraddizioni. Non si salva nessuno. Scritta nel 1945,fu presentata all'estero per la prima volta a Parigi, con grande successo

Edoardo riceverà la prima laurea ad honorem non dai suoi connazionali, ma dagli inglesi, dall'università di Birminghan, la stessa dove veniva riscoperto un altro grande intellettuale italiano, Antonio Gramsci, il cui pensiero fecondò i cultural studies di Stuart Hall.

Le produzione teatrale eduardiana appartiene all'umanità intera. Nasce dalle miserie di una Napoli ridotta in macerie materiali e spirituali dalla II guerra mondiale.

Chiudo queste poche righe con l'ultima apparizione pubblica di Edoardo a Taormina, nel 1984. Qui Eduardo offre al pubblico il suo testamento spirituale.

"Questi fantasmi!" è in scena al Mercadante di Altamura oggi e domani.

Godetevelo.









Monday 24 December 2018

Rassegna di cabaret "47 corto che parla"


La rassegna di cabaret "47 corto che parla" è una rassegna nazionale giunta alla 16° edizione, la 5° al "Mercadante" di Altamura.






La serata è stata introdotta ed allietata da Silvano Picerno (direttore artistico del festival) e Franco Laico.





Il duo Picerno-Laico ha divertito non poco il pubblico, anche oggi convenuto numeroso.





Le battute e gli sfottò in salsa gravinese-altamurana sono stati a tratti esilaranti.

"Sai come si chiama il tanga a Gravina? U spaccaloffije".

Quando mi torna in mente ci sto ancora a ridere.  

Il Programma presentava un bel trittico di comici appuli: Tommy Terrafino, Antonello Vannucci e Filippo Totaro.


 
















A me son piaciuti molto Vannucci e Terrafino.

Il primo, con una narrazione musicata di una certa Bari, quella delle periferie (il quartiere "Libertà" od il "San Paolo", tra quelli menzionati dall'artista), restituisce al pubblico il lato disumano di chi è costretto a campare in quartieri difficili, magari con pochi servizi e con scarsi collegamenti al resto della città.



E dire che l'attuale governo ha usato i fondi destinati alle periferie per ben altri scopi.




Anche Terrafino ha contagiato il pubblico con la  sua satira verso l'integralismo vegano della sua presunta moglie. 





Per la serie "onore al caciocavallo", come vidi una volta scritto sui muri di Ascoli Satriano, sui Monti Dauni.

La performance di Totaro, invece, non mi ha entusiasmato, facevo fatica a seguirlo.




Un ultimo pensiero desidero rivolgerlo a chi non riesce più a disconnettersi dal web, neanche nel buio del teatro, distraendo pertanto chi come me era seduto nei palchi.


Auguri a tutti di sereno Natale e prospero 2019.

La traviata

"Almeno una volta nella vita bisogna vederla La Traviata..."






Così afferma mia moglie mentre usciamo dal teatro Mercadante di Altamura, ieri 12 dicembre, a mezzanotte.



Certo, è opportuno di tanto in tanto violare orari e consuetudini visto che era un giorno infrasettimanale.



E così sembrano aver pensato in tanti, visti i palchi e la platea gremiti, convenuti a far esperienza di quella magìa che solo il teatro può regalare: l'unicità dell'evento.

Infatti La Traviata sarà pure stata replicata innumerevoli volte nel mondo (in Italiano, la lingua dell'Opera!) ma ogni volta resterà unica.













Dopo l'uscita ci siam fermati presso una vicina pizzeria.
Fanno lo stesso tre dei valenti musicisti dell'orchestra Apulia che hanno musicato l'opera sotto la poderosa direzione del Maestro Antonello Ciccone.

"Complimenti" dico loro.

"Il teatro è molto bello" rispondono.

Imbocchiamo il Corso di Altamura, illuminato a festa.
Nessuno è in giro, se non qualcuno che come noi ha vissuto l'evento.

Ieri abbiamo donato questa esperienza ad una nostra cugina che non aveva mai visto l'Opera.
Era raggiante.





Ebbene non regalate inutili oggetti di cui le vostre case son zeppe ai vostri cari. Piuttosto accompagnateli a vivere un esperienza di questo tipo, forte, coinvolgente, emozionante.
Vi serberà nel cuore per tutta la vita in quanto avrete loro aperto le porte verso un'altra dimensione. 

Gli attori son stati tutti molto bravi, in particolare la protagonista "Violetta" (Aishan Mamedova), "Alfredo" (Sayan Tsympilov) ed il "padre di Alfredo" (Roy Espinoza).

All'uscita dal teatro surprise! 
I protagonisti dell'Opera sono usciti ed hanno atteso il pubblico per ringraziarlo.

Fantastico!




Gli attori di teatro non diventeranno mai ricchi.




Gli attori di teatro fanno questo mestiere per quei cinque minuti di applausi che eventualmente il pubblico, se ci sarà, donerà loro.




Wednesday 31 October 2018

Cinque minuti di applausi...

Dopo una lunga settimana di lavoro cosa c'è di meglio che andare con la propria moglie a teatro, sabato sera,  a vedere l'opera?

Provate. 

fatele una sorpresa. 

Uscirete dal teatro entusiasti! 


Almeno, questo è quello che è successo a noi, che siam ancora a ripetere le battute degli attori.

La serva padrona, opera buffa di G.B. Pergolesi del 1733, apre la stagione d'Opera del teatro Mercadante di Altamura. 

Andata in scena per la prima volta a Napoli, e poi a Parigi e Londra, riscosse un così ampio successo da venir rappresentata in tutto il mondo.

Il Mercadante è gremito. 





Mi colpisce come la gente abbia ancora sete di questa forma di intrattenimento così antica e così attuale.








Sabino Manzo dirige al cembalo l'orchestra barocca Santa Teresa dei Maschi (Bari) che per l'occasione utilizza strumenti storici dell'epoca proprio per ricrearne le sonorità dell'epoca.


Noto ormai senza più stupore che la stragrande maggioranza del pubblico è donna, come mi capita di constatare quando sono in libreria.





Onore alle donne ed alla loro curiosità di conoscere, alla loro sete di cultura, maggiore degli uomini.




C'è una coppia a fianco al nostro palco. Hanno con loro un bambino. Forse l'unico in teatro. Che bel regalo sarebbe per i vostri bimbi portarli a teatro. Vivrebbero delle emozioni uniche e dareste loro la possibilità di fare un'esperienza indelebile.



Ma poi la lirica. Che meraviglia.

Questi attori sono stati strepitosi.

Il cast è composto da Valeria La Grotta, nel ruolo di Serpina; Giuseppe Naviglio in quello di Uberto; ed infine Rino Giuliani nei panni di Vespone.

La storia è quella di una serva, Serpina, che, come lascia prefigurare il nome, usa mille astuzie pur di farsi sposare dal proprio padrone, Uberto. 


Realizza così il sogno di vivere agiatamente proprio come un aristocratica.


Non sarà facile far innamorare Uberto, ed indurlo a sposarsi. 

Tuttavia Serpina saprà come cucinarlo ben bene e far breccia nel suo cuore.



Tra la platea un drappello di ospiti francesi, qui, ad Altamura, a dar lustro all'opera, al teatro Mercadante ed alla città "riparata da Federico"

Alla fine saranno ben cinque, vibranti e sentiti, i minuti di applausi a suggello di una serata che ha regalato emozioni.

Dunque, all'Opera!


Sunday 7 October 2018

Riace, l'umanità non è reato


"L'umanità non è reato" recita uno dei tanti striscioni esposti durante la marcia di solidarietà al Sindaco di Riace Mimmo Lucano di sabato 6 ottobre.




Il nostro bus parte da Matera alle 8.30.

€ 30 e via, ci sciroppiamo 400 km. 





Ma il nostro sforzo è stato nulla in confronto a quello di chi è giunto in Calabria dal nord Italia, od addirittua dalla Svizzera, dalla Grecia.


L'esperienza Riace è oramai patrimonio dell'umanità, un laboratorio sociale studiato ed apprezzato come testimonia il lavoro di due filmakers francesi un paese di Calabria che hanno realizzato un documentario co-finanziato da Euroimages, il fondo Europer di finanziamento alle arti visive per il rafforzamento dell'identità europea.



Erano anni che non partecipavo ad una manifestazione.

Questa era dettata da un moto di coscienza, qualcosa che non puoi non fare perchè te lo impone il cuore.



Alla fine eravamo circa cinquemila, e senza il maltempo del giorno prima, forse saremmo stati molti di più. 




Il corteo è partito dalla strada che porta al cimitero.

I migranti di Riace erano in prima fila.

Ma cosa ha fatto di così straordinario questo sindaco di una comunità di 1500 anime?



Ha coniugato un evento di portata biblica, quale l'esodo dal Sud del mondo, con un esigenza di sopravvivenza della sua comunità, Riace appunto, a rischio estinzione.



La Calabria, come la Basilicata ed altre zone del Sud Italia vive fenomeni di emigrazione che non lascia speranze.



Invece la speranza, il dono, è giunto dall'altra costa del Mediterraneo, un lago più che un mare, che aveva già regalato 2500 anni fa un altra fortuna, i Bronzi di Riace.

Oggi Riace è rinata, è rinata la speranza in Calabria, un futuro di declino che sembrava segnato, inarrestabile, è stato ribaltato dalla storia.















Essere con altre migliaia di persone sotto il balcone del Sindaco di Riace è stato toccante, emozionante. Anche Gesù è stato crocifisso. A volte chi fa il bene non viene ripagato con la stessa moneta. 

Riace oggi incarna una visione di possibile rilancio del Sud Italia, e dell'Europa tout court: interculturalismo, pace, convivenza per crescere tutti insieme in un mondo dove la sfida è ridistribuire la ricchezza in un mondo sempre più fragile, sempre più inquinato.  

Riace vivrà, l'umanità vivrà

Sunday 30 September 2018

The "Banker to the poor" in Matera

On the 9th September, Prof. Muhammad Yunus presented his new book in Matera, European Capital of Culture 2019.





It's titled "A world of three zeros. The new economics of Zero Poverty, Zero Unemployment and Zero net Carbon Emissions".




Muhammed Yunus has been assigned the  Nobel Peace prize in 2006 for his revolutionary approach to the eradication of poverty through the microcredit; in other words, by lending little money to the poors who had nothing to offer as guarantee but the trust of returing the capital plus a minum of interest.




In the early '70ies of last century, Prof Yunus had returned to Bangladesh after having taught Economics in American Universities. In 1974, Bangladesh went through a tremendous famine which killed around 1.5 million of human beings of mass starvation and correlated consequences. 

Such an event proved to Yunus the inadequacy of the theories and concepts he had been teaching for years. 




A profound both professional and personal crisis affected Prof. Yunus. 





"I felt useless. I realized that the economic theories which I was teaching could nothing to tackle poverty and famine".

As result of this, he decided to study the real life of a Bengalese village by experiencing it, living there with the villagers. Just like an antropologist he observed the underlying dinamics which caused poverty such as the need of borrowing money at a high rate of interest so as to carry out a business! 

From this perspective, he realized that women were those who more suffered poverty.

These conclusions  will be determining the vision which inspires the Grameen Bank, established  by Prof. Yunus, in order to by-pass an  unavoidable bottleneck: banks refrain from lending money to poors.

"Banks should be supposed to lend money to those who need it, poors. Instead banks lend it to people who are rich!" Says Prof Yunus.

Around one hundred people have gathered to Palazzo Lanfranchi, where this event is taking place.

Almost four decades have passed since the Grameen Bank has undertaken this visionary job.





"Poverty is not given by the fact that people is lazy! not al all. Poverty is an economical process deliberately conceived".




Therefore, we are witnessing a trend where lesser and lesser people detain the large majority of wealth. 

In order to stop such a vicious circle, Prof Yunus suggests to avoid purchasing from top companies and start doing business with those organizations which do pursue not only profit but also social equality and environmental sustainability!

Selfishness cannot be considered the main trait of mankind. This lie has been introduced to justify inequality which leads to poverty.

From this perspective, world urges more than ever human beings out-of-the-box thinker, such as this optimistic man.




Ultimately, thank you Prof. Yunus for spending your life to give hope to mankind who seems so eager of HOPE for a better future.