Wednesday 31 October 2018

Cinque minuti di applausi...

Dopo una lunga settimana di lavoro cosa c'è di meglio che andare con la propria moglie a teatro, sabato sera,  a vedere l'opera?

Provate. 

fatele una sorpresa. 

Uscirete dal teatro entusiasti! 


Almeno, questo è quello che è successo a noi, che siam ancora a ripetere le battute degli attori.

La serva padrona, opera buffa di G.B. Pergolesi del 1733, apre la stagione d'Opera del teatro Mercadante di Altamura. 

Andata in scena per la prima volta a Napoli, e poi a Parigi e Londra, riscosse un così ampio successo da venir rappresentata in tutto il mondo.

Il Mercadante è gremito. 





Mi colpisce come la gente abbia ancora sete di questa forma di intrattenimento così antica e così attuale.








Sabino Manzo dirige al cembalo l'orchestra barocca Santa Teresa dei Maschi (Bari) che per l'occasione utilizza strumenti storici dell'epoca proprio per ricrearne le sonorità dell'epoca.


Noto ormai senza più stupore che la stragrande maggioranza del pubblico è donna, come mi capita di constatare quando sono in libreria.





Onore alle donne ed alla loro curiosità di conoscere, alla loro sete di cultura, maggiore degli uomini.




C'è una coppia a fianco al nostro palco. Hanno con loro un bambino. Forse l'unico in teatro. Che bel regalo sarebbe per i vostri bimbi portarli a teatro. Vivrebbero delle emozioni uniche e dareste loro la possibilità di fare un'esperienza indelebile.



Ma poi la lirica. Che meraviglia.

Questi attori sono stati strepitosi.

Il cast è composto da Valeria La Grotta, nel ruolo di Serpina; Giuseppe Naviglio in quello di Uberto; ed infine Rino Giuliani nei panni di Vespone.

La storia è quella di una serva, Serpina, che, come lascia prefigurare il nome, usa mille astuzie pur di farsi sposare dal proprio padrone, Uberto. 


Realizza così il sogno di vivere agiatamente proprio come un aristocratica.


Non sarà facile far innamorare Uberto, ed indurlo a sposarsi. 

Tuttavia Serpina saprà come cucinarlo ben bene e far breccia nel suo cuore.



Tra la platea un drappello di ospiti francesi, qui, ad Altamura, a dar lustro all'opera, al teatro Mercadante ed alla città "riparata da Federico"

Alla fine saranno ben cinque, vibranti e sentiti, i minuti di applausi a suggello di una serata che ha regalato emozioni.

Dunque, all'Opera!


Sunday 7 October 2018

Riace, l'umanità non è reato


"L'umanità non è reato" recita uno dei tanti striscioni esposti durante la marcia di solidarietà al Sindaco di Riace Mimmo Lucano di sabato 6 ottobre.




Il nostro bus parte da Matera alle 8.30.

€ 30 e via, ci sciroppiamo 400 km. 





Ma il nostro sforzo è stato nulla in confronto a quello di chi è giunto in Calabria dal nord Italia, od addirittua dalla Svizzera, dalla Grecia.


L'esperienza Riace è oramai patrimonio dell'umanità, un laboratorio sociale studiato ed apprezzato come testimonia il lavoro di due filmakers francesi un paese di Calabria che hanno realizzato un documentario co-finanziato da Euroimages, il fondo Europer di finanziamento alle arti visive per il rafforzamento dell'identità europea.



Erano anni che non partecipavo ad una manifestazione.

Questa era dettata da un moto di coscienza, qualcosa che non puoi non fare perchè te lo impone il cuore.



Alla fine eravamo circa cinquemila, e senza il maltempo del giorno prima, forse saremmo stati molti di più. 




Il corteo è partito dalla strada che porta al cimitero.

I migranti di Riace erano in prima fila.

Ma cosa ha fatto di così straordinario questo sindaco di una comunità di 1500 anime?



Ha coniugato un evento di portata biblica, quale l'esodo dal Sud del mondo, con un esigenza di sopravvivenza della sua comunità, Riace appunto, a rischio estinzione.



La Calabria, come la Basilicata ed altre zone del Sud Italia vive fenomeni di emigrazione che non lascia speranze.



Invece la speranza, il dono, è giunto dall'altra costa del Mediterraneo, un lago più che un mare, che aveva già regalato 2500 anni fa un altra fortuna, i Bronzi di Riace.

Oggi Riace è rinata, è rinata la speranza in Calabria, un futuro di declino che sembrava segnato, inarrestabile, è stato ribaltato dalla storia.















Essere con altre migliaia di persone sotto il balcone del Sindaco di Riace è stato toccante, emozionante. Anche Gesù è stato crocifisso. A volte chi fa il bene non viene ripagato con la stessa moneta. 

Riace oggi incarna una visione di possibile rilancio del Sud Italia, e dell'Europa tout court: interculturalismo, pace, convivenza per crescere tutti insieme in un mondo dove la sfida è ridistribuire la ricchezza in un mondo sempre più fragile, sempre più inquinato.  

Riace vivrà, l'umanità vivrà